6 novembre: Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato.
Questa ricorrenza, istituita dall’ONU nel 2001, ha lo scopo di sensibilizzare la società sugli effetti dannosi prodotti dalla guerra e dai conflitti armati sull’ambiente. Vittime della guerra, infatti, non sono solo i soldati e i civili, ma anche le risorse naturali e gli ecosistemi, aspetti che vengono troppo spesso trascurati.
Proprio in questo periodo storico, che vede coinvolti Israele e Palestina da un lato, Ucraina e Russia dall’altro, è importante soffermarsi sul danno ambientale che subiscono quelle aree geografiche.
Risorse idriche inquinate, raccolti e foreste devastati e animali uccisi, purtroppo rientrano nelle strategie militari. Del resto, il controllo delle risorse naturali è proprio tra i fattori che scatenano i conflitti.
Il 27 maggio 2016 le Nazioni Unite hanno adottato la Risoluzione UNEP/EA.2/Res.15, che ha riconosciuto il ruolo degli ecosistemi integri e delle risorse naturali gestite in modo sostenibile nel ridurre il rischio di conflitti armati e ha ribadito il suo forte impegno per la piena attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile elencati nella risoluzione 70/1 dell’Assemblea Generale intitolata “Trasformare il nostro mondo: l’agenda del 2030 per lo sviluppo sostenibile”.